sabato 3 febbraio 2024

LA SCUOLA COME CENTRO DI CULTURA LETTERARIA E DI VITA CIVILE (pedagogia)

 Un primo e importante contributo della cultura umanistica alla storia pedagogica è legato alla nuova concezione e organizzazione della scuola. Le realizzazioni delle scuole e dei collegi avviate tra 15/16 secolo costituirono il punto di riferimento degli educatori dell'Europa moderna. L'umanesimo riconsiderò l'insieme degli insegnamenti impartiti da secoli nelle scuole tradizionali e perseguì il proposito di una scuola e di un'istruzione prevalentemente letteraria attraverso un metodo adeguato e in vista della vita civile. Nel 1416 Poggio Bracciolini scoprì il testo completo dell'Instituttio Oratoiria di Quintiliano.


L'educazione descritta da tale divenne un modello per i membri delle classi superiori. Un motivo di debolezza dell'umanesimo pedagogico fu il suo elitarismo che impedì agli ideali educativi di questo movimento di penetrare nella società, limitandone la diffusione agli strati più elevati e colti. La serietà degli studi e la possibilità di raggiungere livelli di eccellenza sconosciuti alle epoche precedenti impressionò moltissimo i contemporanei e orientò in modo decisivo la riflessione sull'educazione anche nei secoli successivi. Ancor più decisivo fu l'atteggiamento degli intellettuali umanistici di fronte ai loro allievi, rispetto ai quali assunsero volentieri quel carattere di maestri che la classicità aveva attribuito ai grandi filosofi e che gli educatori più grandi ed apprezzati del 400 finirono per riproporre nel consenso quasi unanime dei loro contemporanei. 

La storia delle istituzioni scolastiche tra Medioevo e la modernità può essere letta come il passaggio da un sistema costituito dalle grandi università, attorno alle quali orbitava un apparato complesso e in molti casi oscuro di scuole, a un sistema fondato sull'organizzazione di moderni collegi di carattere residenziale.

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