lunedì 29 gennaio 2024

PRINCIPALI DIFFERENZE TRA PIAGET E VYGOTSKIJ

1. APPROCCIO ALLO SVILUPPO COGNITIVO

Piaget: La teoria di Piaget si basa sull'idea che lo sviluppo cognitivo avvenga attraverso stadi di sviluppo discreti e universali. Egli ha identificato quattro stadi (sensorimotorio, preoperatorio, operazioni concrete e operazioni formali), sostenendo che i bambini attraversano questi stadi in un ordine sequenziale.

Vygotskij: Vygotskij ha enfatizzato il ruolo dell'ambiente sociale e della cultura nello sviluppo cognitivo. La sua teoria si concentra sulla zona di sviluppo prossimale (ZDP), la distanza tra ciò che un bambino può fare da solo e ciò che può fare con l'aiuto di un adulto o di un compagno più competente.


2. RUOLO DEL LINGUAGGIO

Piaget: Il linguaggio è considerato una conseguenza del pensiero e dello sviluppo cognitivo. Piaget sottolinea che i bambini acquisiscono il linguaggio quando sono pronti a farlo, in correlazione con lo sviluppo cognitivo.

Vygotskij: egli sostiene che il linguaggio gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo. Il linguaggio non è solo un risultato, ma una forza trainante nello sviluppo intellettuale. La Zona di Sviluppo Prossimale è spesso supportata attraverso l'interazione verbale con gli altri.


3. SOCIALIZZAZIONE ED APPRENDIMENTO

Piaget: Piaget ha sottolineato l'importanza dell'interazione con l'ambiente fisico nel processo di apprendimento. Egli vedeva il bambino come un individuo che costruisce attivamente la conoscenza attraverso l'azione.

Vygotskij: egli metteva in risalto il ruolo cruciale delle interazioni sociali nello sviluppo cognitivo. Sosteneva che l'apprendimento avviene attraverso l'interazione con persone più competenti, come genitori o insegnanti.


In sintesi, mentre Piaget metteva l'accento sulla crescita individuale attraverso stadi di sviluppo, Vygotskij poneva maggiore enfasi sull'interazione sociale e sulla cultura come elementi chiave nello sviluppo cognitivo. Entrambi hanno contribuito significativamente alla comprensione della psicologia dello sviluppo, ma con approcci teorici distinti.

mercoledì 10 gennaio 2024

EMILE DURKHEIM (sociologia)

 Emile Durkheim (1858-1917) studia le grandi trasformazioni che alla fine del diciannovesimo secolo, interessando la società europea e in particolare quella europea, in cui egli vive. Egli vuole soprattutto comprendere le forze che tengono coesa una società, impedendo agli interessi dei singoli di entrare in conflitto e provocarne la disgregazione. A tali forze egli dà il nome di solidarietà: una collettività è tanto più solidale quanto più si comporta in maniera coesa.


LA SOCIETA' PREINDUSTRIALE

Osservando le trasformazioni avvenute nelle società europee con l'industrializzazione, egli nota che le forze di coesione sociale sono almeno di due tipi. Nella società preindustriale, le persone vivevano in gruppi relativamente piccoli e indipendenti gli uni dagli altri, nei quali venivano svolte tutte le funzioni indispensabili alla conversazione di quella società. Le attività umane non erano altamente specializzate ma tutti sapevano destreggiarsi in mansioni diverse, anche se non con abilità da specialisti. In un contesto simile, il legame interpersonale che s'instaurava tra i membri di una collettività era un "legame per somiglianza" dovuto al fatto che gli individui non differivano significativamente gli uni dagli altri ma svolgevano attività analoghe, provavano sentimenti affini, avevano scale di valore uguali, seguivano gli stessi modelli di comportamento. In breve, nella società preindustriale le persone si sentivano unite da un legame di somiglianza e contiguità. Durkheim chiama questo tipo di legame solidarietà meccanica in riferimento alla forza che tiene unite tra loro le molecole di un corpo solido.



giovedì 4 gennaio 2024

LE IDEE PEDAGOGICHE

  •  la nuova concezione della natura e dell'esperienza: ha portato in direzioni estremamente diversificate, dalla vera e propria ricerca scientifica condotta col metodo sperimentale alla crescita dell'interesse nei confronti delle arti occulte
  • il realismo politico: vale a dire la tendenza a slegare l'agire politico e la riflessione filosofica su tale agire della morale e della religione
  • l'intellettuale umanistico si mostrò interamente votato alla ricerca del vero al di là di qualsiasi dogmatismo e di ciò che ancora non si conosce, la ricerca continua per nuove scoperte del futuro, non per confermare quelle del passato
  • non si può comprendere la grande trasformazione del concetto di scienza nel passaggio dal Medioevo alla modernità senza tenere presente l'orientamento al futuro degli intellettuali dell'umanesimo, paradossalmente a partire dalla convinzione che fosse necessario recuperare quel tesoro di conoscenze che l'antichità aveva accumulato e che era andato disperso nel corso dei secoli più vicini, soprattutto a partire dal trionfo della cultura scolastica
  • in quest'ottica va considerata anche l'autonomia del pensiero e dell'attività creativa che è un segno affascinante di tutte le grandi realizzazioni della cultura rinascimentale, creatività e autonomia sono i tratti salienti del "genio" umano che l'intellettuale incarna e che l'educazione deve rendere possibile attraverso scelte adeguate e con la rivalutazione del rapporto tra maestro e discepolo nell'ambiente educativo


QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO (1976)

Questo film ci parla di Randle McMurphy, il quale sta scontando la sua condanna in carcere e prova a uscire facendosi passare per folle. In ...